Investing.com – Rosso generalizzato tra le blue chips di Piazza Affari, dove il Ftse Mib cede oltre l’1% e con poche eccezioni, tra cui spiccano Banco Bpm (MI:BAMI) (+2,60%) e Ubi Banca (MI:UBI) (+1,20%).
Il rally dei due titoli era iniziato nella giornata di lunedì dopo le parole dell’ad di BancoBpm, Giuseppe Castagna, il quale aveva definito l’opzione di una fusione tra i due istituti un’ipotesi che “ha senso”.
Proprio il “senso” di questa operazione viene trovato dagli analisti nella comune vicinanza al tessuto imprenditoriale del Nord Italia, ma soprattutto per la prospettiva di una riduzione dei costi in un contesto molto competitivo.
“Sappiamo che ci sono due grandi banche in Italia e ce ne sono tre quattro un po’ più piccole. Abbiamo sempre detto che guardiamo a un tessuto imprenditoriale che è particolarmente forte nel Nord Italia. Al momento però non abbiamo alcuna iniziativa da intraprendere”, spiegava Castagna a margine di un convegno, chiudendo invece per il momento a un merger con il Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS): “Su Mps sta lavorando il governo all’interno i manager e il consiglio. Non si è ancora nemmeno capito quali sono le tempistiche, quindi io lascerei lavorare in pace poi chiaramente se ne potrà parlare", ha concluso il banchiere.
Parole di apertura verso l’operazione sono arrivate stamattina anche da Giandomenico Genta, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e primo azionista di Ubi (MI:UBI) con quasi il 6% del capitale.
Genta ha aperto a futuri consolidamenti, definendoli “molto possibili”, citando tra le banche interessate Banco Bpm (MI:BAMI), Bper Banca (MI:EMII) e Mps (MI:BMPS). “'Sono tutti dossier che una banca come Ubi (MI:UBI) dovrà esaminare attentamente uno per uno, anche solo per escluderli, ma esaminarli”, ha aggiunto.
L’azionista, inoltre, ha fatto riferimento anche alle parole dell’ad di Banco Bpm (MI:BAMI). "Non ci sono tempi, ma fa piacere che Castagna abbia detto che non vede male un'aggregazione con Ubi (MI:UBI)".
Vantaggi e rischi
A sottolineare la riduzione delle spese erano stati già gli analisti di Morgan Stanley (NYSE:MS) in un report, con un risparmio del 30% ipotizzato a cui, però, si aggiungeva il rischio di un aumento di capitale da 1,5-2 miliardi di euro. Secondo alcuni analisti, infatti, la Bce per autorizzare il merger potrebbe imporre una ulteriore pulizia di bilancio per la quale servirebbe chiedere soldi al mercato.
“Prima o poi le fusioni tra le banche italiane dovranno iniziare e questa operazione sembra essere uno dei deal con il miglior razionale possibile”, aggiungeva Intermonte in una nota ai propri clienti.
“Il taglio dei costi sarebbe rilevante” per Fidentiis che individua nella definizione di “una governance a prova di roccia” il “maggior ostacolo per un deal come questo”.
Opinione condivisa da Equita, secondo cui un’intesa trova per ora “un ostacolo difficilmente superabile nella governance”, a cui si aggiunge il rischio che la Bce possa “chiedere rafforzamenti patrimoniali” e la necessità di “un allineamento delle valutazioni dei due titoli”, con Banco Bpm che tratta a sconto del 25% rispetto a Ubi (MI:UBI) in termini di prezzo sul patrimonio.