OraFinanza - Focus su Saipem (BIT:SPMI) dopo la fiducia arrivata dagli analisti di Jefferies che si sono mostrati positivi sul 2025 del gruppo italiano, confermando il giudizio ‘buy’ e il prezzo obiettivo di 3,50 euro.
Oggi il titolo guadagna circa l’1% dopo due ore di contrattazioni, salendo così fino ad un massimo di 2,58 euro per azione, mantenendosi tra le migliori blu chip del FTSE MIB di quest’anno con un +73%, dietro Unipol (BIT:UNPI) (+129%), Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) (+118%) e Bper Banca (BIT:EMII) (+103%).
Dopo il crollo del luglio 2022, con un minimo toccato a 0,80 euro, Saipem ha iniziato un recupero che ha portato il titolo a guadagnare oltre il 200%.
Può Saipem proseguire su questa strada anche nel 2025? Secondo gli analisti di Jefferies la risposta è positiva: “la narrativa sul titolo basata sulla ripresa continuerà anche nel 2025, anno in cui sarà pagato il primo dividendo dal 2013, a riprova del miglioramento del bilancio e dei risultati operativi della società”.
Il titolo “continua a essere scambiato a sconto rispetto ai peer Oil Field Solutions europei e a più della metà di quelli statunitensi”, spiegano dal broker, ritenendo “che questo sconto, in particolare rispetto ai peer dell'Unione europea, possa ridursi nel corso del prossimo anno, poiché Saipem continuerà a garantire una solida operatività, confermerà il pagamento del dividendo, ridurrà ulteriormente la leva finanziaria e continuerà ad aggiudicarsi nuovi importanti premi offshore/subsea".
Il giudizio di Jefferies arriva dopo il rafforzamento del giudizio di Bnp Paribas (EPA:BNPP) arrivato ieri. Il broker ha confermato l’outperform sul titolo, alzando il target price da 3,30 a 3,40 euro.
Il consenso raccolto da Bloomberg evidenzia ora 18 ‘buy’, 4 ‘hold’ e nessun ‘sell’, con un target price medio di 3,07 euro.
Intanto, dalle comunicazioni della Consob relative alle partecipazioni rilevanti emerge che Norges Bank ha aumentato la sua partecipazione in Saipem, portandola al 3,597%, operazione che risale al 13 dicembre 2024.
Si tratta di un cambio di strategia, in quanto lo scorso 9 dicembre la banca centrale della Norvegia aveva il 2,618%, dopo essere scesa rispetto al 3,629% del 4 dicembre.