Investing.com - Si tingono di rosso le borse europee con i principali indici del vecchio continente. Il Ftse Mib cede l’1,35%, seguito dal Cac 40, dall’Ibex 35, dal Dax e dal Ftse 100, tutti in caduta superiore all’1%.
Tra i più colpiti il settore bancario, con l’indice di settore STOXX Banks EUR Price che perde oltre il 2%, trascinato dai francesi BNP Paribas (PA:BNPP) a -8% dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Ivano Ilardo, indagato insieme a altri 13 dipendenti all’interno delle indagini relative alla vendita della torre Eur Castellaccio di Roma al costruttore romano Luca Parnasi.
Tra gli altri bancari, flessione superiore al 2% per doBank (MI:DOB), Bankia (MC:BKIA), Caixabank (MC:CABK), Deutsche Bank (DE:DBKGn), Illimity Bank. Seguono sulla stessa scia negativa BBVA (MC:BBVA), Banca Generali (MI:GASI), Intesa Sanpaolo (MI:ISP), FinecoBank (MI:FBK), Bper Banca (MI:EMII), Sabadell (MC:SABE), Credit Agricole (PA:CAGR), Ubi Banca (MI:UBI), Santander (MC:SAN) e Bankinter (MC:BKT).
L’aggravarsi della guerra commerciale USA-Cina sta diffondendo preoccupazioni, soprattutto dopo che la Cina sembra essere pronta a rispondere a Donald Trump sfoderando le armi delle “terre rare”.
"Se qualsiasi Paese volesse usare prodotti fatti con le esportazioni di terre rare cinesi per contenere lo sviluppo della Cina”, ha dichiarato il portavoce della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, l'agenzia di pianificazione economica del governo cinese, “il popolo cinese non ne sarebbe felice".
La dichiarazione è stata rilasciata dopo la visita della settimana scorsa del presidente cinese, XI Jinping, a un impianto di ricerca e sviluppo di terre rare ed è stata considerata come un “segnale implicito” da tabloid cinesi.
Inoltre, Huawei ha chieso a un tribunale statunitense che il divieto imposto da Washington alle aziende USA di acquistare le sue apparecchiature di rete per motivi di sicurezza venga considerato incostituzionale.
Nel frattempo, l’amministrazione Usa ha diffuso la lista con i paesi da tenere sotto osservazione per il rischio di manipolazione della propria valuta. L’elenco comprende la Cina, la Germania, l’Irlanda, il Giappone, la Corea del Sud, la Malesia, Singapore e Vientam. A questi è stata aggiunta anche l’Italia, con particolare focus su debito pubblico e disoccupazione.