By Yasin Ebrahim
Investing.com – L’indice S&P 500 ha chiuso in calo gli scambi di lunedì, mentre il conflitto Russia-Ucraina continua a spingere il prezzo del petrolio al massimo di 14 anni, alimentando i timori che l’inflazione elevata possa durare ancora a lungo e far deragliare la crescita economica.
L’indice S&P 500 è sceso del 3%, il Dow Jones Industrial Average ha perso il 2,4%, o 797 punti, mentre il Nasdaq Composite è sceso del’3,6%.
Il terzo ciclo di dialoghi tra Ucraina e Russia è terminato con dei lievi progressi da entrambe le parti verso la ricerca di una soluzione al conflitto. La mancanza di una svolta alimenta i timori sull’impatto economico dei rialzi stellari delle materie prime tra cui grano, mais, nickel e petrolio.
I prezzi del petrolio sono saliti al massimo dal 2008 dopo che gli USA hanno dichiarato di valutare un blocco delle importazioni di petrolio e gas dalla Russia.
Intanto si spera negli sviluppi positivi dei dialoghi con l’Iran sul nucleare e sul ritorno del petrolio iraniano sul mercato, che tuttavia non basterebbe e bilanciare il rischio di perdita di petrolio russo.
“L’Iran potrebbe esportare fino a 2,5 milioni di barili di greggio al giorno, mentre le esportazioni russe ammontano a 4,6 milioni di barili al giorno”, ha dichiarato Commerzbank (DE:CBKG) in una nota.
Il rialzo del petrolio ha colpito i titoli delle compagnie aeree: Delta Air Lines Inc (NYSE:DAL), American Airlines (NASDAQ:AAL) e United Airlines (NASDAQ:UAL) hanno registrato forti ribassi.
I maggiori rialzi sono stati registrati dai beni di consumo, primi tra tutti quelli del lusso e della moda.
Tapestry (NYSE:TPR), Ralph Lauren (NYSE:RL), PVH (NYSE:PVH) hanno tutti registrato forti ribassi.
Anche nel settore bancario il selling non si ferma. Le banche regionali come Synchrony Financial (NYSE:SYF), and SVB Financial (NASDAQ:SIVB) e Signature Bank (NASDAQ:SBNY) continuano a prendere duri colpi, ma anche le banche megacap come Bank of America (NYSE:BAC) (NYSE:BA) e Wells Fargo (NYSE:WFC) sono in rosso.