MILANO (Reuters) - Telefonica prepara la sua discesa sotto il 10% di Telecom Italia, mossa che la fa comunque rimanere primo azionista e che lascia aperti due interrogativi.
La riduzione della propria partecipazione nell'ex monopolista italiano, tramite il bond convertendo in azioni Telecom Italia per 750 milioni di euro, sarà sufficiente a soddisfare il Cade, l'authority brasiliana antitrust, che si è espressa sulla eccessiva presenza della compagnia spagnola nel paese sudamericano?
E questa emissione è o meno un primo passo per l'uscita di Telefonica da Telecom Italia?
Sicuramente la mossa del colosso iberico, che riporta la propria presenza in Telecom a prima dell'accordo tra i soci Telco dello scorso settembre - quando Telefonica, in trasparenza, è salita al 14,8% - va nella direzione auspicata dall'authority ma potrebbe non bastare. Il Cade, a dicembre 2013, chiedeva infatti a Telefonica, in assenza della vendita di Tim Brasil, la cessione dell'intera quota di Telecom Italia a meno di aprire il proprio capitale in Telefonica Brasil.
Da allora Telecom Italia ha proceduto ad un accordo per la cessione di Telecom Argentina, accordo la cui definizione sta incontrando qualche problema, mentre i tre soci italiani di Telco hanno dato disdetta al patto che li legava a Telefonica, evidenziando la volontà di disimpegnarsi dalla compagnia telefonica italiana. Il bond convertendo, con cui Telefonica scenderà a una quota tra l'8,3% e il 9,4% dei diritti di voto, serve anche a favorire l'ok delle authority brasiliane, Cade e Anatel, alla scissione di Telco.Dal lato spagnolo l'intento è sicuramente quello di non compromettere il proprio ruolo in Brasile mercato che, come ha ricordato il presidente Cesar Alierta, vale il 23% dei ricavi di tutto il gruppo telefonico.
Per l'Italia le intenzioni sembrano meno chiare.
Le recenti indiscrezioni della stampa brasiliana sui contatti di Telefonica con fondi di investimento per cedere la propria quota in Telecom Italia non hanno trovato conferma ma, dai tempi dell'entrata nell'operatore italiano, l'interesse spagnolo si è concentrato in modo crescente sulla controllata brasiliana, che ha margini di crescita impensabili al momento per le attività italiane. Si ritorna quindi alla centralità di quella che sarà la decisione del Cade dopo l'alleggerimento azionario da parte di Telefonica, atteso da qui a tre anni in base alle condizioni del convertendo.
Ieri dal lato del management italiano, il presidente Giuseppe Recchi, a ridosso dell'annuncio del bond convertendo, si è affrettato a dire che il gruppo rimane focalizzato a perseguire le proprie strategie. Con l'AD Marco Patuano che rimane impegnato a mettere fine alla discesa dei ricavi sul mercato domestico e a riportare la società tra quelle con rating investment grade.
E la centralità delle attività italiane trova conferma nell'andamento del titolo, oggi in forte calo più per le indiscrezioni stampa sulle difficoltà che starebbe incontrando il progetto di fusione tra Wind e 3 - fusione in grado di mettere fine alla guerra dei prezzi sul mobile - che per l'annuncio del bond convertendo. A conferma di questo, ieri proprio l'ipotesi di fusione aveva spinto Telecom Italia a un balzo del 7,5%.
Dal lato della governance il mercato a sua volta legge la diluizione a termine della quota di Telefonica come conferma della "progressiva evoluzione di struttura di controllo e governance verso il modello di public company", come scrivono oggi gli analisti di Icbpi.
In attesa di vedere le prossime mosse di Madrid.