ROMA (Reuters) - Mentre da Forlì oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella elogia il dinamismo dell'Italia e dice che la politica non si fa solo in Parlamento, le forze politiche sembrano ancora bloccate in uno stallo sulla formazione del prossimo governo.
Apparentemente fallito un accordo di governo tra Lega e M5s, perché i leghisti non vogliono fare a meno di Forza Italia e i grillini escludono il partito di Silvio Berlusconi, nel Pd si punta su un possibile governo del presidente.
In un'intervista pubblicata oggi, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha parlato di un governo di transizione sostenuto da tutti i partiti.
Una fonte democratica e una del centrosinistra dicono che il Pd si sta preparando all'ipotesi che Mattarella decida di sua iniziativa di indicare un premier capace di raccogliere una maggioranza.
Due fonti M5s hanno però escluso "al 100%" la partecipazione a un governo di transizione. E anche il leader della Lega Matteo Salvini ha detto che non vuole un esecutivo col Pd.
La fonte di centrosinistra dice, riferita a Lega e M5s: "Uno starà al governo e uno all'opposizione. Questo mi sembra l'unico patto ineludibile tra i due".
Il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, per parte sua, ha detto che è disponibile a colloqui solo quando il capo dello Stato avrà affidato un eventuale incarico.
TEMPI
Il capo dello Stato, dice una fonte a lui vicina, aspetta ancora ad affidare un mandato esplorativo a una carica istituzionale o a scegliere una figura politica per un preincarico, con lo scopo di dare vita a un nuovo governo al più presto.
Domani il Senato discuterà probabilmente della crisi siriana, con una relazione del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sul recente attacco di Usa, Gran Bretagna e Francia, e dunque sembra escluso un intervento del presidente prima di allora.
La settimana scorsa un'altra fonte aveva detto che il presidente si sarebbe espresso a partire da mercoledì.
Intanto, mentre alla Camera e al Senato non si possono ancora costituire le commissioni permanenti perché manca un esecutivo e dunque non c'è accordo sulle presidenze, i parlamentari sfogano la loro voglia di attivismo presentando disegni di legge.
Finora ne sono stati presentati diverse centinaia, tra cui alcuni con proposte di modifica della legge elettorale e della Costituzione.
(Massimiliano Di Giorgio)