Come previsto, la svalutazione del greggio, innescata dal fallimento del vertice di Doha, si è dimostrata passeggera. Il West Texas Intermediate ha recuperato quasi interamente le perdite di lunedì, rimbalzando leggermente sotto la soglia dei 40 USD, dopo aver toccato quota 37,61 USD in avvio di seduta. Analogamente, il greggio Brent ha recuperato il gap, riportandosi intorno ai 43 USD.
Stamattina anche l’Oro è sostenuto, in rialzo dello 0,60%. L’Argento ha guadagnato il 2,40%, il Platino l’1,20% e il Palladio è balzato dell’1%. Infine, dopo aver aperto in gap up, i contratti future sul Minerale di ferro fine 62% Fe CFR sulla borsa delle materie prime di Dalian sono in rialzo del 2,40%.
In questo contesto, anche le valute legate alle materie prime hanno trovato sostegno durante la seduta asiatica; AUD, NZD, NOK e CAD hanno fatto registrare recuperi considerevoli. Il dollaro neozelandese ha fatto registrare i rialzi maggiori fra le valute G10, salendo dello 0,79% nei confronti dell’USD. La coppia NZD/USD ha sfondato la resistenza a 0,6966 (massimo 31 marzo), resistendo sopra la soglia a 0,70, livello massimo dalla metà dello scorso giugno. Il kiwi (NZD) ha ottenuto una forte spinta dal rally delle materie prime e dal miglioramento della propensione al rischio, anche se preferiamo rimanere prudenti, perché l’outlook economico del paese è ancora incerto e non ci sono ancora prove convincenti di una ripresa solida.
Anche il dollaro australiano ha proseguito il suo rally nelle contrattazioni notturne, violando finalmente al rialzo la resistenza a 0,7720 USD. La coppia si dirige ora verso la prossima resistenza, che giace a 0,7849 (massimo 18 giugno dello scorso anno) e la pubblicazione, qualche ora fa, dei verbali della RBA non genera dubbi su un ulteriore rafforzamento dell’AUD, perché nei verbali non abbiamo trovato indizi su un’impostazione accomodante della RBA. L’AUD dovrebbe continuare a cavalcare la tendenza positiva, parallela al rafforzamento delle materie prime; la coppia, però, è estremamente sensibile alle rinnovate aspettative di un rialzo del tasso della Fed e ai segnali negativi dall’economia cinese.
Sul fronte azionario, gran parte degli indici si è mossa in territorio positivo sulla scia del miglioramento dell’apprensione al rischio. In Asia, i titoli giapponesi hanno fatto registrare i rialzi maggiori, con il Nikkei 225 e il Topix in rialzo rispettivamente del 3,68% e del 3,25%. Nella Cina continentale, gli indici compositi di Shanghai e Shenzhen hanno guadagnato rispettivamente lo 0,21% e lo 0,28%. In Australia, le azioni sono balzate dell’1,01%, mentre l’indice neozelandese S&P/NZX è salito dello 0,32%.
Oggi gli operatori monitoreranno la bilancia delle partite correnti della BCE nell’Eurozona; il sondaggio ZEW in Germania (per la situazione attuale previsti 50,8 punti, 8,0 per le aspettative); i nuovi cantieri residenziali e i permessi di costruzione negli USA; oggi il governatore della RBA Stevens interverrà a New York e il governatore della BoE Carney parlerà di fronte al parlamento britannico, è prevista inoltre l’audizione alla commissione della Camera dei Comuni del governatore della BoC; IPP, tasso di disoccupazione, retribuzioni reali , vendite al dettaglio e produzione industriale in Russia.