Il dollaro USD ha registrato un massimo di sei settimane, rispetto a un paniere di valute in vista dell'udienza del capo della Fed J. Powell davanti al Senate Banking Committee, il summenzionato massimo è arrivato soprattutto grazie ai guadagni dei giorni precedenti, dato che lIndice del Dollaro non è cambiato molto nel corso della giornata.
I mercati statunitensi hanno chiuso in ribasso ancora una volta ieri, chiudendo il mese di febbraio su una nota incerta.
Il Dow Jones ha spianato la strada al ribasso, crollando dell'1,5%, mentre lo S&P 500 ha ceduto l'1,1%.
Il Nasdaq Composite è diminuito dello 0,8%, i Future Dow Jones 30, S&P e Nasdaq 100, sono tutti attualmente in territorio positivo, ma solo marginalmente.
Gli indici giapponesi hanno perso il terreno, con il Nikkei 225 e Topix entrambi in calo dell'1,6%, a Hong Kong, l'Hang Seng è salito dello 0,3%. In Europa, i futures sono in rosso, segnalando che oggi i benchmark potrebbero andare più in basso.
Nei mercati dell'energia, i prezzi del petrolio sono aumentati marginalmente oggi, recuperando alcune delle notevoli perdite registrate ieri dopo i dati dell'inventario della VIA settimanali.
Le scorte di greggio sono aumentate più del previsto, i prezzi del petrolio sono stati probabilmente anche pressati dal rimbalzo del dollaro statunitense ieri, nonché dal più ampio calo dei mercati azionari, che di solito pesa su materie prime sensibili al rischio come il petrolio.
Nonostante un altro giorno in rosso per le azioni statunitensi, un dollaro più forte è stato ancora una volta la forza dominante nel determinare l'azione dei prezzi per il metallo prezioso.
L'XAU/USD continua a scivolare mentre i commercianti ipotizzano che il nuovo presidente della FED potrebbe essere più falco di Yellen.
Questa analisi non intende essere un invito all'investimento o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa agli strumenti finanziari in analisi.
FIBO Group