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La quiete dopo la tempesta

Pubblicato 08.01.2016, 12:31
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Market Brief


Dopo una settimana che ha messo a dura prova i nervi degli investitori,venerdì i mercati azionari regionali asiatici si stabiliscono. Sebbene la maggior parte degli indici regionali indossasse il verde nell'ultimo giorno di negoziazione della settimana, alcuni hanno continuato a scivolare verso il basso.

Nel complesso, la decisione dell’autorità di regolamentazione dei titoli cinesi di bloccare il nuovo "interruttore" - il meccanismo che ha ridotto le sessioni di trading lunedì e giovedì - è stata ben accolta da parte degli investitori e ha aiutato i mercati emergenti cinesi e asiatici a tingersi di verde.

I funzionari hanno dichiarato che il sistema, che puntava a stabilizzare il mercato azionario, non ha funzionato come previsto, anzi ha appesantito le perdite di mercato. Nella notte,le azioni cinesi continentali hanno registrato un balzo all’indietro con lo Shanghai Composite che segna+1,97% e lo Shenzhen Composite +1,05%. A Hong Kong, l'Hang Sengè salito dell’1,02%.

D'altra parte, le azioni giapponesi segnano decrementi con il Nikkei 225 che perde lo 0,39%, mentre i mercati azionari in Australia e in Nuova Zelanda hanno registrato perdite, con un calo dello 0,39% e dello 0,89% rispettivamente.

I prezzi delle materie prime segnano un recupero a Tokyo con i futures sul grano, sul mais e sulla soia in crescita rispettivamente dello 0,75%, 0,42% e 0,46%. Dopo una settimana difficile, i prezzi del greggio hanno registrato una ripresa con il West Texas Intermediate che segna +2,28% o da 0,75 USD a 34,03 USD al barile, mentre il suo omologo dal mare del Nord, il Petrolio Brent, segna un balzo del 2,60% a 34,63 USD. Il Gas naturale recupera lo 0,63%. I metalli sono stati scambiati a un livello largamente inferiore cancellando i guadagni di inizio settimana con lo svanire del sentiment di eliminazione del rischio. L'Oro è sceso dello 0,90%, l’ Argento dell’1,91% e il Platino perde lo 0,12%. Il Palladio segna +1,45%.

Malgrado il crollo dei prezzi del ferro grezzo, che da ieri perdono più del 2%, il dollaro australiano ha tenuto durocon utili più nettiin scia aun sentiment del rischio annullato e su una ripresa dei prezzi del petrolio. Il dollaro australiano è salito dello 0,54% a Sydney e operando oltregli 0,70 USD, fa segnare 0,7047 USD. L’AUD/USD ha infranto due supporti principali questa settimana e ora negozia in prossimità del fondo di fascia a 5 mesi. Il livello a 0,6896 USD (minimo dal 7 settembre) costituisce i prossimi supporti chiave. Una violazione di tale livello spianerebbe la strada verso la prossima area di supporto a circa 0,6250 USD. Anche le altre valute delle materie prime hanno registrato una ripresa con il dollaro canadese a + 0,12 e il dollaro neozelandese a +0,45%.

L’EUR/USD cancella i guadagni precedenti e torna al di sotto del livello a 1,09ed è scambiato attualmente attorno a 1,0880. La pubblicazione del rapporto NFP previsto per questo pomeriggio è destinata ad attirare poco l'attenzione del mercato, proprio come le cifre ADP all'inizio di questa settimana. Tuttavia, riteniamo che la reazione del mercato sarà asimmetrica in quanto un risultato più fioco dovrebbe spingere la coppia più in alto, mentre un dato migliore del previsto dovrebbe fornire po' di spinta al biglietto verde.

La coppia GBP/USD è scesa fino al 2,10% dall'inizio del 2016 e ha testato il supporto chiave a 1,4566 (minimo dal 13 aprile 2015). Tuttavia la sterlina è rimbalzata a1,4645 USD per poi stabilizzarsi attorno a 1,4615 USD. Il supporto chiave successivo si trova a 1,4231 (minimo da maggio 2010). Riteniamo che la sterlina rimarrà sotto pressione in quanto le minacce di Brexit permangono. Inoltre, le pressioni inflazionistiche contenute dovrebbero ritardare qualsivoglia inasprimento da parte della BoE (consensus di mercato 1T 2017).

Attualmente gli operatori osservano l'IPC e il tasso di disoccupazione dalla Svizzera; la produzione industriale dalla Svezia e dalla Norvegia; la bilancia commerciale del Regno Unito; il rapporto sull’inflazione dal Brasile; i permessi di costruzione e il tasso di disoccupazione dal Canada; il tasso di disoccupazione, il tasso di partecipazione, le buste paga non agricole e le scorte all'ingrosso dagli Stati Uniti.

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