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L’aumento delle opzioni 0DTE alimenterà la volatilità di mercato?

Pubblicato 07.03.2023, 11:18
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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  • I mercati azionari in Europa, Stati Uniti e Asia hanno avuto una settimana positiva, con una buona performance dell’S&P 500 e del Nasdaq.
  • Le opzioni 0DTE, che sono poco costose e offrono un modo per scommettere sulla volatilità a breve termine, hanno suscitato un dibattito sul loro impatto sulla volatilità del mercato.
  • Nel frattempo, il sentimento degli investitori rimane ribassista e superiore alla media storica.
  • È stata una settimana positiva per i mercati azionari europei, statunitensi e asiatici. L’S&P 500 ha registrato un rally che ha posto fine a una serie di tre settimane di perdite. Il Nasdaq ha registrato la sua migliore giornata dall’inizio di febbraio.

    Il punto di svolta è arrivato giovedì, quando Raphael Bostic della Fed di Atlanta ha dichiarato che la banca potrebbe fare una pausa sui rialzi dei tassi entro l’estate.

    All’aumento della volatilità contribuiscono nei mercati finanziari molti fattori o elementi. L’entità o l’intensità di volatilità dipende da quanti di questi elementi sono presenti e da quanto fortemente interagiscono.

    Oggi, però, vorrei parlarvi di un elemento di cui si parla molto a Wall Street in termini di impatto sulla volatilità del mercato. Si tratta delle opzioni 0DTE.

    Queste opzioni hanno la particolarità di scadere quotidianamente, ogni giorno lavorativo, dal lunedì al venerdì. Da qui il nome 0DTE (0 giorni alla scadenza).

    Il meccanismo abituale consiste nell’aprire un’operazione all’inizio della sessione del giorno, lasciarla aperta per un tempo x e chiuderla prima della chiusura della sessione.

    Sebbene sia più comunemente utilizzato dagli investitori istituzionali, questo investimento sta diventando molto popolare anche tra gli investitori retail. Crescono sia la domanda che l’interesse continuano, per cui anche il volume di queste opzioni è in aumento.

    Una delle loro attrattive è il fatto che siano economiche. I contratti con un periodo di tempo inferiore alla scadenza tendono ad avere un valore più basso. Questo li rende un modo economico per scommettere sulla volatilità a breve termine dell’attività sottostante.

    A Wall Street è in corso un acceso dibattito sul fatto che questo tipo di opzioni possa o debba avere un impatto sulla volatilità del mercato.

    Finora quest’anno, l’S&P 500 ha avuto 11 giorni in cui è salito dell’1% o più e otto giorni in cui è sceso dell’1% o più, per un totale di 19 giorni su 42. In altre parole, il 45% di tutti i giorni in cui è salito è sceso. In altre parole, il 45% di tutte le sessioni del 2023 ha visto l’S&P 500 muoversi di oltre l’1% in rialzo o in ribasso per quasi la metà del tempo. Non è poco.

    Ora torniamo al numero di sessioni con ribassi dell’1% o più. Attualmente siamo a 8. L’anno scorso sono state 63 sessioni, la volatilità negativa più alta dal 2008, quando sono state 75.

    Con questa previsione, quest’anno si parlerebbe di 48-50 sedute, il che significherebbe superare gli 80 anni, cioè negli ultimi 95 anni abbiamo visto qualcosa di simile solo 15 volte.

    Gli acquisti ideali

    Febbraio è finito, un mese storicamente negativo per i mercati azionari, con un calo medio del -0,05% per l’S&P 500 dal 1950, e il secondo peggior mese dell’anno dopo settembre con -0,47%. Questa volta febbraio è stato addirittura peggiore della media storica, con un calo del -2,4%.

    Ma alcune società hanno fatto molto bene nel mese, come Nvidia (NASDAQ:NVDA) con un guadagno del +20% e Tesla (NASDAQ:TSLA) con cifre simili. Se potessimo tornare indietro, potremmo prendere in considerazione l’acquisto di Warner Bros. Discovery (NASDAQ:WBD) a gennaio, con un rialzo del 56,3%, e di Catalent (NYSE:CTLT) a febbraio, con un rialzo del 25,6%.

    Sentimento degli investitori (AAII)

    Il sentiment rialzista, ovvero le aspettative di rialzo dei prezzi delle azioni nei prossimi sei mesi, è salito di 1,8 punti percentuali al 23,4%. Questo dato è ancora inferiore alla media storica del 37,5%.

    Il sentiment ribassista, definito come coloro che prevedono un calo dei prezzi delle azioni nei prossimi sei mesi, è aumentato di 6,2 punti percentuali, raggiungendo il 44,8%, il livello più alto dal 29 dicembre (47,6%). È inoltre superiore alla media storica del 31%.

    Mercati

    Settimana verde per tutti i mercati, con l’IBEX 35 in crescita del 2,85%, il DAX del 2,42%, il FTSE 100 dello 0,87%, il Nikkei dell’1,73%, lo Shanghai Shenzhen CSI 300 dell’1,71%, l’Euro Stoxx 50 del 2,78%, il CAC 40 del 2,24%, il FTSE MIB del 3,11%, il Nasdaq del 2,58%, l’S&P 500 dell’1,90% e il Dow Jones Industrial Average dell’1,75%.

    Ecco la classifica delle principali borse europee e statunitensi dall’inizio dell’anno:

    • Mib italiano +17,67%,
    • Ibex spagnolo +14,86%,
    • Cac francese +13,61%,
    • Euro Stoxx 50 +13,3%,
    • Dax tedesco +11,88%,
    • Nasdaq +11,68%,
    • Nikkei +8,21%,
    • CSI 300 cinese +6,14%,
    • FTSE britannico +6,06%
    • S&P 500 +5,37%
    • Dow Jones +0,73%

    ***

    Nota: L’autore non possiede nessuno dei titoli menzionati.

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