E’ proseguito in settimana il moto di riequilibrio dei principali indici. Come se fosse in atto una rotazione settoriale, abbiamo visto Europa e Giappone proseguire con decisione al rialzo, ed Usa ed Emergenti sostanzialmente fermi un giro, seppure con marginali massimi di periodo in alcuni casi (Brasile, Usa, Indonesia tra gli altri)
Pochi i dati macro rilevanti, da segnalare l’indice PMI manifatturiero per l’Europa, di poco sotto le attese ma sopra la soglia dei 50. Nessuna variazione ai tassi dopo la riunione della BCE, e neanche il mancato accordo di Doha (che era atteso) ha messo di malumore gli investitori, con Petrolio su nuovi massimi e con molte materie prime in buon rialzo.
Ora occhi sempre più puntati sull’indice S&P 500, arrivato a quel target di 2100 punti più volte indicato. Una volta scaricato l’ipercomprato di breve è possibile che si possa ancora salire ancora un poco nelle prossime 2-3 settimane, ma credo non sia raccomandabile esporsi più di tanto. Uno scenario che mi pare ragionevole è che i mercati possano tornare a scendere prima del referendum inglese di giugno, attualmente la preoccupazione #1 degli investitori.
Usa: indice S&P 500 che arriva ad un primo target in area 2100. Il ritracciamento sul finale di settimana, in gran parte dovuto alle non buone trimestrali di Google (NASDAQ:GOOGL) (impatto sul Nasdaq, che chiude la settimana in leggero negativo) e Microsoft Corporation (NASDAQ:MSFT), che hanno controbilanciato quelle positive di Goldman Sachs Group Inc (NYSE:GS), J&J, Morgan Stanley (NYSE:MS) e PepsiCo Inc (NYSE:PEP) Si forma una candela settimanale di potenziale ritracciamento, anche plausibile con il forte ipercomprato sui grafici giornalieri. Dopo il superamento di 2080, possibile comunque alzare primi i supporti in area 2030 a sostegno del trend rialzista
Europa: indice PMI manifatturiero eurozona poco sotto le previsioni a 51,5 (attese 51,8). Sopra le attese quello tedesco (51,9 vs 51,0), debole quello francese, ben sotto la soglia dei 50 punti (48,3). Positivi tutti gli indici europei, con l’eccezione di FTSE 100 UK. Il Dax fornisce un chiaro segnale di forza con il superamento del precedente massimo relativo. Sulla tenuta di 10.100 ed eventualmente di 9.900, si apre un potenziale target al rialzo fino in area 10.800/ 11.000, dove si chiuderebbe anche il gap settimanale lasciato aperto a gennaio.
Parlando di UK, l’esito del referendum del 23 giugno ha surclassato i timori sulla Cina ed il rallentamento economico Usa nella classifica delle preoccupazioni degli investitori per il 2016:
Continuano i sondaggi sulla questione, ma il quadro rimane sempre equilibrato, con una leggera prevalenza per il No-Brexit (44% contro 42% la media di tutte le rilevazioni). Ora è sceso in campo anche Obama con chiare dichiarazioni a favore della Gran Bretagna nell’unione, vedremo se questo convincerà o irriterà gli inglesi indecisi.
Italia: sale anche l’indice italiano, seppure con minore forza (+2,4% settimanale). Quadro tecnico che rimane sostanzialmente invariato, con trend ribassista dominante ancora attivo. Solo con il superamento di 19.200 si aprirebbe un target a 20100. Anche qui c’è un gap che prima o poi sarà probabilmente chiuso (almeno statisticamente), ma che ora appare tremendamente lontano (sopra i 21.000 punti). 18.100 il primo supporto rilevante a sostegno di ulteriori recuperi.
Asia: buona spinta anche dell’indice Nikkei, che supera il precedente massimo relativo ed entra nell’ampia area delle resistenze, tra 17.200 e 18.000. Un ottimo progresso settimanale, considerando il calo delle esportazioni (-6.8%, pesa il rafforzamento dello yen delle ultime settimane) ed il nuovo scandalo automobilistico, con protagonista stavolta Mitsubishi, che ha ammesso di aver truccato i dati di consumo e di emissioni
Solitaria (o quasi) negatività per l’indice di Shangai, che in decisa controtendenza perde quasi il 4% e torna sui supporti di periodo. Da qui (o poco sotto) necessaria una pronta reazione o rischio di vedere nuovi minimi nelle prossime settimane.
Metalli: mentre l’Oro continua a stabilizzare ormai da due mesi, l’Argento recupera il terreno perduto, con un buon +3,9% settimanale. Come prevedibile, il superamento di 16,26 ha attirato gli acquisti, che hanno raggiunto subito il primo livello di resistenza (17,70), per poi ritracciare. Ora area 16 l’area di supporto a sostegno di ulteriori possibili rialzi
Agricoli: settimana molto volatile per i grains, in forte rialzo tutta la settimana e poi violento affondo nelle ultime due giornate. Sotto il grafico del Frumento, con la sua anomala candela settimanale. Ma gli Hedge funds hanno cominciato ad incrementare al rialzo, quindi da monitorare.
Il Cotone deciso protagonista, con una forte salita del 6,1%. Rotta al rialzo la trend-line ribassista, si apre un target fino a 68.48. Idealmente da entrare per trading di breve sul possibile pull back in area 62, con stop stretto. Su borsa italiana disponibili ETF sia in dollari USA (COTN) sia hedged (ECTN)
Petrolio Greggio: il mancato accordo di Doha fa scendere i prezzi per un giorno, e poi di nuovo al rialzo, con chiusura settimanale sui massimi di periodo. Prezzi ora sulla media mobile 50 ed in prossimità di area 45$ (area di resistenza), ma senza segnali di interruzione del rialzo. L’eventuale superamento di 45$ attiverebbe un nuovo target di breve in area 50
EUR/GBP: la coppia ritraccia con violenza dalla resistenza evidenziata. Nel breve possibile una stabilizzazione tra 0.77 e 0.80, da dove eventualmente darei preferenza a posizioi ribassiste, con possibilità di raggiungimento di area 0,75
Riccardo Zarfati
onehourtrading.it