Altra giornata di passione per Piazza Affari, dove a dominare la scena è sempre la volatilità. FTSE MIB archivia la seduta cedendo l’1.16%.
Ancora sotto pressione i titoli del comparto bancario dominati ancora dall’incertezza e speculazioni. Alcune azioni hanno violato dei livelli di guardia importanti, tra cui Unicredit (MI:CRDI)(-3.40 %; 3,20 euro) che con la rottura di quota 3,30 ha modificato nuovamente lo scenario grafico ed ora se i corsi non dovessero trovare la forza di reagire, si consiglia di monitorare il supporto chiave a 2,90 euro, la cui rottura spedirà il titolo a 2,67 euro (area 2,43 secondo target).
Mandati in fumo i 2/3 dei precedenti guadagni. Il titolo in sei mesi ha ceduto circa il 50%; il 75% in 5 anni; l’88% dal 2000 ad oggi, performance da segmento AIM (dove la maggior parte dei titoli hanno ceduto oltre i 2/3 del proprio valore e che raschiano il fondo del barile). Intesa Sanpaolo(MI:ISP) (MI:ISP) (-2.0%) limita le perdite ma archivia la seduta sotto quota 2,34 euro.
Una stabilizzazione dei prezzi sotto questo riferimento aprirà le porte al test di area 2,20 euro. Ubi Banca (MI:UBI) (-1.90%) che negli ultimi tempi è diventata l’ombra di Unicredit (come se volessero fondersi), è esposta al rischio di nuove ricadute che potrebbero riportare i corsi sul supporto critico in area 3 euro. Credem (-1.50%) riduce i danni ma scende sotto il livello di guardia posizionato a 5,95 euro. Questa violazione ha permesso al titolo di portarsi fino 5,54 euro, ad un passo dal supporto a 5,53 euro, la cui violazione proietterà i corsi fino a 5,35 euro (primo target). Lo scenario migliorerà solo oltre 6,75 euro. Mediobanca(MI:MDBI) (MI:MDBI) (-0.80%) stazione ancora al di sotto di quota 6 euro, regna ancora un clima di incertezza e precarietà. Nelle prossime sedute potremmo assistere ad un ritorno dei corsi a quota 5,74 euro.
Cedono alle vendite anche altri titoli del comparto, che non hanno ancora violato i livelli di guardia ma che si trovano in un trend discendete e lontani da significative resistenze: Banca Popolare dell Emilia Romagna(MI:EMII) (MI:EMII) (-6%); Banco Popolare(MI:BAPO) (MI:BAPO) (-3.50%); Bca Pop Milano (-2.50%); Banca Generali (MI:GASI) (-1.50%); FinecoBank Banca Fineco SpA (MI:FBK) (-1.10%); Banca Finnat Euramerica SpA (MI:BFE) (-0.50%). Banca Mediolanum (MI:BMED) archivia la seduta in parità, Banca IFIS SpA (MI:IF) +0.40% e Banca Sistema Spa (MI:BSTA) in progresso del 2%.
Sul resto del listino c’è da segnalare la buona performance di Mediaset (MI:MS) (+3.40%) che ha beneficiato di indiscrezioni in base alle quali la francese Vivendi (PA:VIV) avrebbe presentato un’offerta del controvalore di 900 milioni di euro per il controllo di Mediaset Premium. La prima resistenza chiave è posizionata a 3,35 euro; oltre questo ostacolo ci sarà la possibilità di assistere ad un allungo fino a 3,50 euro (primo target).
Tra i principali rialzi Olidata SpA (MI:OLI) (+15.70%); BIO ON (MI:ON) (+13.20%); Brioschi Sviluppo Immobiliare SpA (MI:BRUI) (+10.40%); Mondo TV (MI:MTV) (+6.30%); RCS MediaGroup (MI:RCSM) (+5.90%); Saras SpA (MI:SRS) (+2.20%); Tods SpA (MI:TOD) (+1.10%); Prysmian (MI:PRY) (+1.30%). In pesante ribasso Landi Renzo (MI:LR) (-7.0%) dopo i rialzi delle precedenti sedute; Cementir Holding SpA (MI:CEMI) (-5.80%); Fincantieri SpA (MI:FCT) (-5.60%); Saipem (MI:SPMI) (-4.50%) che continua a soffrire il peso del calo del petrolio; Astaldi (MI:AST) (-3.10%) e Telecom (MI:TLIT) (-3.30%).