Scilla, Cariddi e l'Europa che sorprende: mercati globali sotto la lente

Pubblicato 13.01.2025, 10:48
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Nel mare inquieto della finanza, dove Scilla e Cariddi si contendono il destino, una vende illusioni sul mercato americano e l’altra intesse trame sui mercati cinesi. Eppure, tra le onde di un minore interesse da parte degli investitori – dove nel RIB di eToro l’Europa sta dietro ai giganti americani, cinesi ed emergenti quali possibili protagonisti del nuovo anno – accade l’inaspettato. I mercati del Vecchio Continente rompono gli schemi: lo Stoxx 600 chiude in rialzo, seguito dai suoi fratelli europei, con Piazza Affari (+2,64%) che s’innalza fiera, prima nella classifica YTD tra le economie del G7. Una performance rara, quella dello Stoxx 600, che supera lo S&P 500 con una forza che mancava da gennaio 2023. Così l’Europa risponde alle sirene e, per un momento, sembra cavalcare l’onda anziché esserne travolta.



Con l'inflazione nuovamente al centro delle preoccupazioni, il settore energetico statunitense si distingue per i rialzi, mentre il Real Estate, sensibile ai tassi, guida i ribassi. In questo contesto il settore dei materiali interrompe una serie negativa di cinque settimane, mentre industriali e beni di prima necessità registrano la sesta settimana consecutiva di flessione.
Una lettura delle aperture di posti di lavoro migliore del previsto per novembre 2024, insieme a un rapporto sulle buste paga non agricole significativamente più forte del previsto per dicembre 2024, ha suggerito che il mercato del lavoro è tornato ad essere altamente resiliente dopo aver mostrato un notevole raffreddamento a metà dello scorso anno. Per una Fed che vuole allentare la politica monetaria, i dati sono stati un bastone tra le ruote. Inoltre, ci sono stati alcuni indicatori inflazionistici preoccupanti: i prezzi pagati dalle organizzazioni di servizi per materiali e servizi sono aumentati a un massimo di quasi due anni a dicembre. Nel frattempo, l'indicatore delle aspettative di inflazione a lungo termine tra i consumatori è salito al livello più alto dal 2008.

Canti di Sirene che il mercato difficile può ignorare, con i vigilantes, ovvero il mercato obbligazionario, tornato nuovamente in allerta. Sebbene i report sui posti di lavoro siano stati positivi, la reazione nei mercati finanziari è stata ampiamente negativa dopo questa notizia. Ciò è dovuto in parte al fatto che i mercati stanno rivalutando la necessità di ulteriori tagli dei tassi della Fed. I mercati ora si aspettano solo un taglio dei tassi nel 2025, a settembre, che porterebbe il tasso dei fondi federali al 4,0% - 4,25%. Una revisione al ribasso che non è tuttavia nuova – anche lo scorso anno i mercati azionari scontavano circa 6/7 tagli dei tassi da parte della Fed, ma il risultato è stato un primo taglio dei tassi avvenuto solo lo scorso settembre.

Il mercato azionario statunitense, reduce dal più forte rally biennale dai tempi della bolla dot-com, si prepara ora ad affrontare un test cruciale con l’inizio della stagione degli utili che prenderà il via (non ufficiale) questa settimana, guidata dai risultati di JPMorgan Chase, Citigroup e BlackRock (NYSE:BLK).
Le previsioni per gli utili delle società dell’S&P 500 indicano una crescita del 7,3% nel quarto trimestre rispetto all’anno precedente, uno dei livelli più alti degli ultimi tre anni. Questa asticella così elevata riflette la fiducia nella solidità dell’economia, ma rappresenta anche un rischio significativo: se i risultati effettivi o le prospettive per i mesi a venire non saranno all’altezza, il mercato potrebbe subire correzioni. Le "Magnificent Seven" (Nvidia, Apple (NASDAQ:AAPL), Microsoft (NASDAQ:MSFT), Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Amazon (NASDAQ:AMZN), Meta e Tesla (NASDAQ:TSLA)), che hanno trainato il mercato nel 2024 con una crescita media degli utili del 34%, sono attese a un rallentamento, con una crescita stimata al 22% per il trimestre, segnalando una potenziale perdita di slancio per i titoli tecnologici di punta. Una questione attentamente monitorata sarà quindi se la dinamica di crescita degli utili accelererà oltre le più grandi aziende tecnologiche, il che potrebbe dare una spinta ad alcune delle aziende più indietro sul mercato.

Un altro elemento critico è il momentum negativo delle revisioni degli utili: le stime a 12 mesi sono state ridimensionate in molteplici settori, con il comparto tecnologico particolarmente colpito.

Negli Stati Uniti, l'Inauguration Day è a meno di due settimane di distanza, con il presidente eletto Trump che presterà giuramento il 20 gennaio. Mentre la nuova amministrazione ha evidenziato diverse iniziative politiche, tra cui tariffe, immigrazione e riforma energetica, deregolamentazione e tagli fiscali, resta da vedere quali di queste saranno considerate prioritarie nelle prossime settimane. L'incertezza su quali politiche sono prioritarie e in quale ordine, potrebbe continuare a gravare sui mercati. Se l'amministrazione si concentrasse prima su alcune delle politiche potenzialmente più inflazionistiche, come le tariffe e la riforma dell'immigrazione, ciò potrebbe essere più destabilizzante per i mercati. Tuttavia, se queste fossero bilanciate con iniziative pro-crescita come la deregolamentazione e i tagli fiscali, potremmo anche vedere un risultato più equilibrato nei mercati. Nel complesso, tuttavia, la rimozione di questa incertezza politica da sola potrebbe essere accolta con favore dai mercati, indipendentemente dalle iniziative prioritarie.

In questa settimana i mercati saranno ansiosi di valutare i dati aggiornati sull'inflazione per alcune delle maggiori economie mondiali, alla ricerca di indizi sulla rigidità delle pressioni sui prezzi in un momento di stress sul mercato obbligazionario, preoccupazioni geopolitiche e crescente incertezza in relazione ai percorsi di politica monetaria delle banche centrali.
L'inflazione è tornata a salire e i nuovi dati di dicembre saranno tenuti d'occhio per individuare segnali che indichino se la ripresa è continuata fino a fine anno.

Negli Stati Uniti, il report sull'inflazione al consumo di dicembre è atteso con particolare interesse. L'inflazione annua dovrebbe accelerare al 2,8%, il terzo aumento consecutivo, mentre il tasso mensile è previsto stabile allo 0,3%. L'inflazione di base dovrebbe rimanere invariata al 3,3% su base annua, con una lieve flessione mensile allo 0,3%. Parallelamente, i prezzi alla produzione (PPI) potrebbero registrare un incremento del 3% annuo, confermando le pressioni sui costi a monte.
Le vendite al dettaglio, altro indicatore cruciale, sono previste in crescita dello 0,5%, evidenziando una resilienza moderata dei consumatori. Sul fronte industriale, si prevede un rimbalzo della produzione dello 0,2%, suggerendo un possibile miglioramento dell’attività manifatturiera. I commenti dei funzionari della Fed e i dati immobiliari completeranno il quadro, fornendo ulteriori indicazioni sulle prossime mosse della politica monetaria.

In Europa, l'attenzione si concentrerà sul resoconto della BCE sulla riunione politica di dicembre per valutare i prossimi passi della banca centrale. i dati sulla produzione industriale di novembre saranno cruciali per valutare la resilienza dell'economia. La Germania, in particolare, pubblicherà il dato sul PIL 2024, che dovrebbe registrare una contrazione dello 0,2%, segnando un secondo anno consecutivo di declino economico.



Gabriel Debach
eToro Italian Market Analyst

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