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Banche resistono alla tempesta grazie al calo dello spread

Pubblicato 27.01.2020, 09:53
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Di Mauro Speranza

Investing.com – Si abbattono le vendite sui mercati europei dopo i cali delle borse asiatiche, sulla scia delle preoccupazioni per la diffusione del coronavirus, a cui si aggiungono i dazi sull’acciaio e sull’alluminio che scatteranno sulle importazioni negli Stati Uniti a partire dall’8 febbraio.

Il coronavirus si sta diffondendo sempre più in Cina, dove il numero dei decessi è arrivato già a 80 e aumentano le preoccupazioni per i quasi 2 mila contagi.

Sull’onda delle incertezze chiudono con forti cali i mercati asiatici, con il Nikkei che crolla del 2%, maggiore perdita percentuale dal 26 agosto.

"Sebbene non possiamo dire fino a che punto si diffonderà la malattia, una cosa che possiamo dire con certezza ora è che i consumi in Cina stanno già subendo un duro colpo mentre Pechino cerca di contenere l'epidemia", spiega Hiroyuki Ueno, senior strategist di Sumitomo Mitsui Trust Asset Management.

Tra i principali indici del vecchio continente, il Ftse Mib riesce a tornare intorno alla parità, mentre si assiste ad un calo superiore all’1% per il Ftse 100, il Cac 40, il Dax e l’Ibex 35.

A sostenere il principale indice milanese ci sono le banche, sostenute dal calo dello spread (140 punti). L’indice bancario FTSE Italia All Share Banks, infatti, guadagna l’1,20%. Tra i titoli del settore si assiste alla corsa di Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), con una crescita del 4%, seguita da Banco Bpm (MI:BAMI), Unicredit (MI:CRDI), Ubi Banca (MI:UBI), Intesa Sanpaolo (MI:ISP), Bper Banca (MI:EMII), Banca Piccolo Credito Valtellinese (MI:PCVI), tutte in verde. Male, invece, DoValue (MI:DOVA), con una flessione intorno al 2%.

A sostenere lo spread sono stati i risultati elettorali arrivati nella notte, che hanno visto il Partito Democratico vincere in Emilia Romagna, elemento accolto con favore dai mercati nonostante la contemporanea sconfitta in Calabria.

In rosso la gran parte delle blue chips, dove la situazione in Cina pesa particolarmente sui tecnologici CNH Industrial (MI:CNHI) e Stmicroelectronics (PA:STM), e sul settore del lusso, tra cui a soffrire ci sono Moncler (MI:MONC) e Ferragamo (MI:SFER).

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