Capital Economics ha previsto oggi che le azioni statunitensi sono pronte per un rimbalzo, con particolare enfasi sui titoli growth e ciclici. Questa previsione arriva dopo un notevole calo dei titoli a piccola capitalizzazione, come riflesso dall'indice Russell 2000, che ha subito una flessione più marcata rispetto al suo omologo a grande capitalizzazione, l'S&P 500, in seguito al robusto rapporto sull'occupazione statunitense pubblicato venerdì scorso.
Capital Economics ha osservato che il recente calo dell'indice Russell 2000 di circa il 3%, superiore alla flessione di circa il 2% dell'S&P 500, rispecchia la breve rotazione di mercato osservata a luglio. I titoli a piccola capitalizzazione hanno mostrato una maggiore sensibilità alle aspettative sulla politica della Federal Reserve, che sono cambiate in risposta alla persistente forza dell'economia statunitense.
La società prevede che il recente calo delle azioni statunitensi sia temporaneo e pronostica una prossima ripresa. Si aspetta che il rendimento dei Treasury a 10 anni diminuisca leggermente, ma che i titoli growth a grande capitalizzazione e quelli dei settori ciclici continuino a guidare il mercato.
Questa prospettiva si basa sull'analisi delle tendenze di mercato da parte della società, inclusa la performance dell'S&P 500 rispetto al Russell 2000 per la maggior parte del 2024 e la performance superiore dei titoli growth rispetto ai titoli value e dei settori ciclici rispetto a quelli difensivi durante l'anno.
Capital Economics suggerisce che l'attuale flessione del mercato azionario, soprattutto tra i titoli growth a grande capitalizzazione e ciclici, sia in parte una correzione dopo un forte rally, piuttosto che solamente una conseguenza dell'aumento dei rendimenti.
La società sottolinea che un mercato del lavoro robusto è generalmente positivo per le azioni ed evidenzia che da metà settembre, i prezzi delle azioni, in particolare dei titoli growth e ciclici, sono aumentati in concomitanza con il rendimento dei Treasury a 10 anni. Ciò è coinciso con un miglioramento dei dati economici statunitensi e un aumento delle possibilità che Donald Trump diventi presidente.
Inoltre, nonostante le recenti pressioni dovute all'aumento dei rendimenti da inizio dicembre, i settori ciclici, soprattutto il big-tech, hanno ampiamente mantenuto i guadagni ottenuti dall'inizio del cosiddetto Trump trade.
Capital Economics conclude che questi settori probabilmente continueranno a essere i leader del mercato fino al 2025, spinti dall'entusiasmo continuo per i progressi nell'intelligenza artificiale.
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