Investing.com - "Circostanze sfavorevoli a livello mondiale continuano a pesare sulle prospettive per l'area euro. La prolungata presenza di incertezze connesse a fattori geopolitici, alla crescente minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti lascia il segno sul clima di fiducia".
Con queste parole nel corso della sua conferenza stampa post-meeting della Banca centrale europea, Draghi, ha descritto i rischi che sono possono attendere l’eurozona, mandando in rosso i mercati europei fino ad allora in verde generale sulle ali dell’entusiamo delle nuove politiche espansive ‘ventilate’ dalla BCE.
"Gli ultimi segnali mostrano debolezza della crescita sia nel secondo che nel terzo trimestre", spiegava il presidente della Bce, per poi rassicurare che “non ci sarà nessuna stagnazione secolare", rassicura.
Rischi per l’Europa possono arrivare anche da uno “shock idiosincratico” (ovvero shock esterni) che possono colpire l’Italia e la Germania.
Le sue parole hanno fatto virare in negativo i mercati europei, mentre anche il Dow Jones apriva in rosso.
Indici peggiori sono proprio quelli dei due paesi citati da Draghi, il Dax e il Ftse Mib, con il tedesco in flessione superiore all’1%. Negativi anche il Cac 40, l’Ibex 35 e il Ftse 100.
A Milano torna a salire lo spread, superando quota 188 punti, mentre la gran parte delle blue chips del Ftse Mib scambia in rosso, ad eccesione di Saipem (MI:SPMI) grazie alla diffusione dei positivi dati semestrali che hanno visto un ritorno all'utile.
Anche a causa della semestrale, STMicroelectronics (PA:STM) resta la peggiore con un calo del 3%, seguita da FinecoBank (MI:FBK) e Fiat (MI:FCHA) che cedono il 2%.
Flessione superiore all’1% per Pirelli (MI:PIRC), Cnh Industrial (MI:CNHI), Exor (MI:EXOR), Enel (MI:ENEI), Bper Banca (MI:EMII), Campari (MI:CPRI), Ferrari (MI:RACE), Juventus (MI:JUVE) e Moncler (MI:MONC).