Investing.com – Il Vix CBOE Volatility Index (il principale barometro mondiale della volatilità dei mercati azionari) ha raggiunto vette che non si vedevano dai primi giorni delle restrizioni anti Covid introdotte a marzo 2020, segnalando un aumento dell’incertezza. Ma secondo Robert Almeida, portfolio manager e Global Investment strategist di MFS IM, potremmo essere solo all’inizio.
L’aumento della volatilità è un puzzle complesso
“Perché, in genere nella vita, e certamente nei mercati finanziari, il passaggio dalla certezza all'incertezza invece che essere lento e ordinato, è spesso brusco?”, si chiede Almeida.
Le possibili spiegazioni avanzate dagli analisti sono state diverse, dall'aumento del rischio di recessione negli Stati Uniti al disimpegno di un carry trade finanziato dallo yen, fino al potenziale eccesso di spesa in infrastrutture per l'intelligenza artificiale. Ma secondo il gestore di MFS IM il puzzle è molto più ampio.
Salgono le tensioni in alcuni settori
Al di là delle recenti relazioni sugli utili che sembrano buone, approfondendo l'analisi, le aziende segnalano stress sotto la superficie.
In particolare, l’esperto vede “un aumento delle tensioni in settori come i ciclici di consumo, i materiali di base, l'energia e i beni strumentali”. Ciò, argomenta Almeida, “non sorprende più di tanto se si considera che i costi dei beni non discrezionali, come il cibo e l'alloggio, rimangono elevati, costringendo le famiglie a effettuare sostituzioni altrove”. Tutte preoccupazioni che sono state rafforzate da dati sul settore manifatturiero e sull'occupazione più deboli del previsto.
I dubbi sugli enormi investimenti nell’IA
Inoltre, crescono i timori che il capex legato all'IA possa aver fatto il passo più lungo della gamba.
“La spesa degli hyperscaler (giganteschi fornitori di servizi di cloud computing) per creare infrastrutture di IA è stata enorme e le proiezioni per il futuro sono ancora più ampie”, sottolinea l’esperto. Ma “mentre lo spostamento della quota di portafoglio delle aziende dal software e da altri servizi IT all'IA è stato rapido, l'introduzione di cambiamenti reali nei processi aziendali richiede tempo. In altre parole – chiarisce -, l'adozione tangibile dell'IA da parte delle imprese non ha corrisposto alla massiccia spesa di capitale da parte degli hyperscaler”.
Insomma, per lo stratega, “la corsa all'incorporazione dell'intelligenza artificiale nelle aziende ha cannibalizzato la spesa tecnologica altrove e l'intelligenza artificiale è una potenziale minaccia per molte offerte di software”.
“Riteniamo – prosegue Almeida - che, anche se questi investimenti si riveleranno probabilmente utili negli anni a venire, ciò non significa che non vi sia il rischio di una costruzione eccessiva o di un rallentamento degli investimenti di capitale che metta in discussione le ipotesi di ricavi e profitti per i beneficiari della supply chain dell'IA. Vale la pena di notare che la storia dimostra che, quando vengono introdotte nuove tecnologie, l'infrastruttura associata a tali tecnologie è in genere costruita in eccesso”.
Ma c’è dell’altro.
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I paradigmi economici sono cambiati
Per Almeida, “il capitalismo è la distribuzione delle risorse da dove sono meno necessarie a dove sono più necessarie. Per funzionare correttamente – approfondisce -, i fornitori di capitale devono essere compensati per il tempo trascorso. In assenza di compensazione, i segnali del mercato si attenuano e si accumulano investimenti sbagliati”.
In sostanza, secondo il portfolio manager, l’ultimo decennio è stato drogato da tassi d'interesse a zero e dall’allentamento quantitativo che hanno guidato un periodo pluriennale di acquisizioni finanziate dal debito, aumenti dei dividendi e riacquisti di azioni. Allo stesso tempo, la delocalizzazione ha ridotto l'intensità del capitale e il costo del lavoro. “Questi fattori – precisa Almeida - hanno portato i margini di profitto delle aziende ai massimi storici. Ma queste tendenze sono rallentate, se non invertite”. E così, per paura di una frenata futura, oggi assistiamo all’aumento della volatilità sui mercati.
La volatilità è destinata ad aumentare?
Del resto, come evidenzia il gestore, “I prezzi delle attività finanziarie rappresentano le probabilità dei flussi di cassa futuri e i picchi di volatilità non lineari si sono tendenzialmente verificati quando gli investitori si sono trovati di fronte a nuove informazioni che hanno sconvolto le precedenti ipotesi sui flussi di cassa”. Tuttavia, l’esperto di MFS IM ritiene che le "nuove informazioni", come i pezzi del puzzle sopra descritti, siano state minimizzate dagli strateghi e dalle testate giornalistiche.
“Forse hanno ragione. Il disordine è un ordine che viene frainteso. E se il vero segnale non fosse uno stress acuto per gli utili, ma qualcosa di cronico derivante da un nuovo paradigma di costi normalizzati in un contesto di indebolimento della crescita?”, ipotizza Almeida.
“In un simile contesto – conclude -, riteniamo che dovremmo assistere a una maggiore, non minore, volatilità. Pertanto, la selezione dei titoli, evitando in particolare gli asset legati a "lavori improduttivi" e a probabilità di flusso di cassa non realistiche, potrebbe rivelarsi un approccio d'investimento adeguato”.
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