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Lusso, la crisi cinese non ferma gli investitori: l’83% punterà ancora sul settore

Pubblicato 20.09.2024, 13:41
© Reuters.
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Investing.com – In una giornata particolarmente difficile per il lusso in Borsa, con Moncler (BIT:MONC), Brunello Cucinelli (BIT:BCU) e Ferragamo (BIT:SFER) in netto calo a Piazza Affari, è una ricerca a dare spera speranza al settore che sta vivendo un momento particolarmente delicato.

Infatti, secondo il report “Fashion & Luxury Private Equity and Investors Survey 2024” di Deloitte, nonostante il rallentamento dell’economia cinese e il conseguente impatto sul mercato a livello internazionale, l’83% degli operatori finanziari continuerà a investire nel mercato del lusso. In più crescono le operazioni di M&A nel settore, con 358 deal registrati nel 2023 a livello globale: +66 rispetto all’anno precedente.

Lo studio, presentato il 19 settembre a Milano, nel corso della nuova edizione di White Milano, è stato condotto a livello globale su un panel di oltre 114 aziende operative nei comparti Apparel&Accessories, Watches&Jewellery, Cosmetics&Fragrances, Auto di lusso, Hospitality, Jet privati, Crociere, Furniture&Houseware, Yacths.

I risultati confermano come il settore Fashion & Luxury continui ad attrarre l’interesse degli investitori a livello globale, nonostante diversi fattori rilevanti come la frenata del mercato cinese (68%), l’incertezza macroeconomica (55%), il rischio di interruzione della supply chain (45%), i conflitti internazionali in corso (38%) e le elezioni negli Stati Uniti (21%).

Gli investitori studiano i cambiamenti

“Sebbene persista una situazione di incertezza macroeconomica e geopolitica, gli investitori nel settore del Fashion & Luxury stanno rispondendo ai rapidi cambiamenti del mercato in modo efficace e tempestivo, facendo leva sulle attività di M&A, afferma Elio Milantoni, Senior Partner M&A di Deloitte Financial Advisory.

Infatti, prosegue, “l'83% dei fondi sta valutando di investire in un asset di F&L, con elevato interesse, in particolare, per il settore manifatturiero di abbigliamento e accessori (30%), cosmetici e profumi (26%), arredamento (19%) e vendita al dettaglio di abbigliamento e accessori (11%). Inoltre, l’attenzione di più della metà degli investitori è focalizzata principalmente sugli investimenti in aziende di medie e medio-piccole dimensioni, con un chiaro obiettivo di consolidamento del settore F&L”.

Informazioni Pro

La Cina diventerà il più grande mercato del lusso al mondo

“Nonostante il recente rallentamento, – aggiunge Ida Palombella, Global Fashion & Luxury Co-leader di Deloitte – la Cina è destinata a superare l’Europa e le Americhe per diventare il più grande mercato del lusso a livello globale con quasi il 25% degli acquisti entro il 2030. Molte aziende stanno attuando strategie ad hoc per raggiungere le generazioni più giovani, investendo molto in soluzioni informatiche e digitali in quanto le generazioni Y, Z e Alpha rappresenteranno quasi l'85% degli acquisti globali entro il 2030. Ed entro quell’anno si prevede che i negozi monomarca e l'online diventeranno i canali principali per gli acquisti di lusso con quasi il 60% di quota di mercato. Per sostenere la crescita futura, infine, le aziende stanno investendo in infrastrutture tecnologiche più solide e su una strategia di prezzo basata sull'esclusività e sul concetto di edizione limitata”.

Gli occhi degli investitori sulle Pmi

“In un momento molto complesso per il mercato del fashion, White resta vicino alle proprie PMI, che rappresentano una forza economica fondamentale, soprattutto in Italia, per diverse ragioni – spiega Massimiliano Bizzi, Presidente e Founder di WHITE – Prima fra tutte per il contributo all'economia, rappresentando il tessuto produttivo e contribuendo in maniera determinante al Pil e all'occupazione. Non mi stupisce dunque che esse rappresentino oggetto di interesse per gli investitori. Pur avendo spesso risorse limitate rispetto alle grandi aziende, molte di queste piccole realtà del fashion sono estremamente innovative, sia in termini di prodotto, che di processi, riuscendo nell'intento di sviluppare soluzioni creative per affrontare sfide specifiche. Sono inoltre realtà più agili e flessibili rispetto alle grandi imprese e ciò permette loro di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e alle esigenze dei clienti. Perciò, sostengo che per la fine del 2024 e per gli anni a venire la maggior parte degli investitori finanziari non continuerà a investire nel lusso, che mostra già segnali di debolezza importanti, ma invertirà la rotta, investendo su nuovi brand e su piccole medie aziende che oggi sono il nuovo lusso”.

Secondo Federico Bazzani, Partner di Deloitte Financial Advisory , “la grande diversificazione del comparto del Lusso risulta un fattore chiave in questo momento di incertezza macroeconomica. Il settore dell’abbigliamento e accessori – precisa - rimane ancora estremamente attrattivo per gli investitori, i quali possono giocare un ruolo importante per favorire lo sviluppo della filiera e della manifattura, anche attraverso strategie di aggregazione. Il settore dello Yachting risulta essere uno dei comparti maggiormente in crescita sia in termini di ricavi che di marginalità, mostrando un numero crescente di transazioni insieme ad altri settori esperienziali come l’ospitalità, che possono rappresentare un volano di crescita per il paese”.

Cresce il numero di operazioni M&A, calano le IPO

Dopo due anni di rallentamento, si registra un incremento significativo delle operazioni M&A. Nello specifico i settori più attrattivi sono Apparel&Accessories (30%), Cosmetics&Fragrances (26%) e Furniture (19%). Come l’anno precedente il mercato M&A è stato trainato da settori come Hotel (+46 deal vs 2022), Apparel&Accessories (+28 deal vs 2022), Cars (+15 deal vs 2022) e Yachts (+13 deal vs 2022). I deal sono invece in calo per Furniture e Cosmetics&Fragrances, rispettivamente a -23 e -8 rispetto all’anno precedente. A livello geografico l’Asia ha mostrato la maggiore crescita con un incremento di +30 deal sul 2022, seguita da Europa (+17) e Nord America (+17). Invece sul fronte delle IPO il 2023 è stato un anno a rilento per le quotazioni del settore moda, che ha registrato il calo di una IPO rispetto al 2022.

Marginalità, andamento stabile per il settore Fashion & Luxury

Lo scorso anno la marginalità nel settore Fashion & Luxury è aumentata, con il comparto Personal Luxury Goods (PLG) – che include Apparel&Accessories, Watches&Jewellery, Cosmetics& Fragrances – che ha guadagnato un +2.7% di margine EBITDA rispetto ai valori del 2019, pur registrando una lieve flessione rispetto al 2022 (-0.5%). Gli altri settori del lusso seguono un andamento allineato, riportando un +0.3% di margine EBITDA rispetto al 2019 ma una lieve decrescita rispetto al 2022 (-0.2%). A livello complessivo il comparto riporta un aumento anche rispetto all’anno precedente del +9.6% per PLG e del +12.0% per altri segmenti di lusso. Il margine EBITDA medio di settore è del 19.1% nel 2023 (+1.2% vs 2019) mentre il margine più elevato è stato raggiunto dai PLG (24.7%) guidato dal settore dell’Apparel & Accessories (35.9%), mentre Jet Privati e auto di Lusso rappresentano i settori a minor marginalità (tra il 10% e il 13% di EBITDA margin). In termini di profittabilità, i settori del Lusso presentano una crescita media più che proporzionale rispetto ai ricavi (EBITDA CAGR 19-23 +12.2% vs Vendite CAGR 19-23 +10.3%) guidati principalmente da Yachting, Mobili e PLG.

ESG e nuove tecnologie: i settori più performanti

I settori F&L che tengono meglio il passo con le innovazioni ESG sono quelli inclusi nei beni di lusso personali: abbigliamento, accessori, cosmetici e profumi. Tra le innovazioni in chiave sostenibile spiccano economia circolare (23%), responsabilità sociale (21%) ed efficienza energetica (19%). Invece l’81% degli intervistati nel 2024 potrebbe investire in nuove tecnologie per beneficiare di potenziali sinergie: una crescita del 15% rispetto al 2023. In assoluto l’intelligenza artificiale, i big data e l’IoT avranno il maggiore impatto sulle possibili azioni degli investitori.

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