Investing.com - Titoli asiatici in calo questo martedì, con il Nikkei 225 del Giappone in calo, mentre gli investitori hanno bloccato i profitti di un rally stellare e l’attenzione si è rivolta ai prossimi indicatori economici chiave della Cina.
La festività degli Stati Uniti ha fornito ai mercati regionali pochi spunti di trading immediati, anche se la propensione al rischio è rimasta fragile tra i timori di un’escalation dell’azione militare in Medio Oriente.
Anche la debolezza dei mercati delle materie prime ha intaccato alcuni indici regionali.
Il Nikkei crolla dopo sei giorni di rally
Il Nikkei 225 è sceso dello 0,4% dopo il rialzo delle ultime sei sedute, che ha visto l’indice toccare i massimi visti l’ultima volta prima dell’esaurimento di una massiccia bolla speculativa negli anni Novanta. L’indice è rimasto comodamente al di sopra dei 35.500 punti, con gli analisti che ipotizzano che il suo rally possa avere ancora slancio.
I dati di martedì hanno mostrato una persistente debolezza dell’indice dei prezzi alla produzione giapponese, che indica una scarsa pressione sulla Banca del Giappone affinché prenda in considerazione l’idea di abbandonare la sua posizione ultra-cauta.
Anche l’indice dei prezzi al consumo giapponese, previsto per venerdì, dovrebbe scendere ulteriormente verso l’obiettivo annuale del 2% della BOJ. L’atteggiamento cauto della BOJ è stato uno dei principali motori del rally azionario giapponese fino al 2023, che ha visto il Nikkei guadagnare circa il 30%.
L’indice TOPIX è sceso dello 0,7% martedì, ritirandosi anche dai massimi di 34 anni.
I mercati asiatici più ampi si sono mossi in una fascia piatta o bassa. L’australiano ASX 200 è stato uno dei peggiori performer della giornata, con un calo di quasi l’1% a causa della perdita dei prezzi delle materie prime, in particolare del minerale di ferro, che ha pesato sui principali titoli minerari.
Secondo gli analisti, l’ASX sta subendo un sell-off tecnico dopo aver sfiorato i massimi di due anni e mezzo, a circa 7.600 punti.
Un sondaggio privato ha anche mostrato che il sentimento dei consumatori australiano è peggiorato a gennaio tra le persistenti preoccupazioni per l’alta inflazione e i tassi di interesse.
L’indice sudcoreano KOSPI è sceso dello 0,7% a causa della debolezza dei titoli tecnologici più importanti, mentre l’indice Hang Seng di Hong Kong ha perso lo 0,3%. Il gigante di Internet Baidu (HK:9888) è salito di quasi il 3%, riprendendosi dal crollo dell’11,5% di lunedì dopo aver smentito le notizie dei media che collegavano la sua intelligenza artificiale Ernie all’esercito cinese.
I futures sull’indice indiano Nifty 50 indicano un’apertura negativa, con l’indice destinato a prendere profitto dopo aver chiuso per la prima volta in assoluto sopra i 22.000 punti lunedì. I forti guadagni dei titoli tecnologici più importanti sono stati uno dei fattori chiave del recente rally del Nifty.
I titoli cinesi salgono tra le speculazioni sul rimbalzo; si attende il PIL
Gli indici cinesi Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite hanno registrato una certa forza martedì, recuperando leggermente dopo essere crollati ai minimi pluriennali nelle ultime sedute.
I due indici sono stati tra le borse asiatiche che hanno registrato le peggiori performance nel 2023, a causa della mancata concretizzazione della ripresa economica post-COVID.
Ma le forti perdite hanno anche reso i mercati cinesi interessanti per gli acquisti speculativi. Bloomberg ha riferito che diversi gestori di fondi, tra cui Bell Asset, BlackRock (NYSE:BLK) e JPMorgan, stavano valutando l’acquisto di titoli locali dopo che il lungo periodo di ribasso li aveva portati a valutazioni apparentemente interessanti.
L’attenzione è ora rivolta ai dati cinesi sul prodotto interno lordo relativi al quarto trimestre, attesi per mercoledì. Si prevede che la crescita abbia superato l’obiettivo annuale del 5% fissato dal governo, anche se ciò è stato in gran parte determinato da una bassa base di confronto dal 2022.
In agenda anche i dati cinesi su produzione industriale e vendite al dettaglio.
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