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Ftse Mib resta debole dopo la Bce. Banche ancora sotto pressione

Pubblicato 08.03.2019, 10:06
Aggiornato 08.03.2019, 10:06
© Reuters.  Ftse Mib resta debole dopo la Bce. Banche ancora sotto pressione

Investing.com - Prosegue il momento rosso per le borse europee dopo la giornata di ieri. Il Ftse Mib resta negativo dopo un tentativo di risalita e perde lo 0,55%, in compagnia del Cac 40, del Dax e dell’Ibex 35, tutti in flessione.

All’effetto Bce di ieri si stanno aggiungendo le preoccupazioni per le negative indicazioni della bilancia commerciale cinese, con le esportazioni crollate del 20,7%, mentre l’attesa vedeva un calo solo del 4,7%.

In Italia, l’Istat ha rilasciato i dati sulla produzione industriale di gennaio che su base mensile vede un aumento dell’1,7% mentre su base annuale perde lo 0,8%. Entrambi i dati risultano, però, migliori delle previsioni, rispettivamente dello 0,1% e -3%. Alle 11 è previsto il dato sull’inflazione sempre del mese di gennaio, sia su base mensile che annuale.

Le decisioni dell’istituto centrale e le indicazioni di un rallentamento dell’economia avevano spinto giù le banche italiane ed europee nella giornata di ieri, mentre oggi gli istituti finanziari proseguono in calo.

Il FTSE Italia All Share Banks, infatti, cede lo 0,63% mentre l’indice europeo bancari, l’EURO STOXX Banks, perde intorno all’1%.

Tra i peggiori troviamo Banca Popolare di Sondrio (MI:BPSI) (-2%), Unicredit (MI:CRDI), Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), Banca Piccolo Credito Valtellinese (MI:PCVI) e Bper Banca (MI:EMII).

Male anche altri istituti europei, con Sabadell (MC:SABE) e Bankia (MC:BKIA) che cedono oltre il 3%, seguiti da BNP Paribas (MI:BNPP), Caixabank (MC:CABK), Banco Santander (MC:SAN) e Deutsche Bank (DE:DBKGn) con perdite superiori all’1%.

Nel principale indice di Piazza Affari, intanto, si assiste al rally di Azimut (MI:AZMT), che ieri ha comunicato un maxi dividendo di 1,50 euro, corrispondente a un payout del 141%.

In calo, invece, i titoli industriali appesantiti dalla revisione al ribasso delle stime di crescita dell’eurozona nel 2019 da parte della Bce. Da segnalare, CNH Industrial (MI:CNHI) e STMicroelectronics (MI:STM) con un -2%, seguite da Fiat (MI:FCHA), Leonardo (MI:LDOF) e Pirelli (MI:PIRC) con flessioni superiori all’1%.

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